lunedì 31 ottobre 2016

Speciale Halloween #5. Le streghe moderne

La scorsa settimana la quarta tappa dello “Speciale Halloween” si è conclusa con una domanda: esistono ancora le streghe? La risposta è sì, anche se è necessario definire il termine in base alla nostra epoca, all’evoluzione del pensiero e, dunque, della razionalità.

Non stiamo certo parlando di donne che volano sulle scope lanciando malefici; anzi, per dirla tutta, la parola strega, oggi, può avere diverse accezioni e positive per giunta. Un tempo le malefiche erano, in molti casi, donne che vivevano ai confini della società, sole, talvolta perfino eccentriche.

Queste caratteristiche si sono trasformate, seguendo il cammino della storia verso il progresso, la modernizzazione della società e, dunque, l’emancipazione femminile.

Una strega moderna, nel nostro secolo, è una donna che sceglie come vivere, ama imparare ogni giorno le lezioni della vita, non si lascia scalfire dal giudizio degli altri, è anticonformista, controcorrente, non accetta il “sentito dire” o i pensieri e le emozioni preconfezionate, né le cose fatte perché “le fanno tutti e in un modo ben preciso, immutabile”, non si arrende e guarda avanti senza dimenticare chi è.

Il fatto che si parli di “strega” seppur moderna, può far pensare a una sfumatura negativa, a un tipo di libertà immeritata e pagata con le parole. In alcuni casi è così ma, in altri, il termine si riallaccia semplicemente alla natura “fuori dagli schemi” di tale figura, (anche in questo caso è fondamentale il contesto e il tono con cui vengono pronunciate le parole).

Le streghe moderne, però, sono anche persone che hanno scelto di seguire un particolare sentiero spirituale che si ricollega al neopaganesimo e alla stregoneria moderna, appunto (anche in quest’ultimo caso non vi è alcuna ombra di negatività). A loro dedichiamo questa ultima tappa dello “Speciale Halloween”.

lunedì 24 ottobre 2016

Speciale Halloween #4. La strega allo specchio. Il fascino e la repulsione del male

Gli ultimi due articoli dello Speciale Halloween 2016 saranno un po’ diversi dal solito, ma in linea con il tema trattato e con l’essenza del blog. Abbiamo fatto un breve viaggio nella Storia, tra le streghe di Triora e di Salem, nella letteratura con "Misteri nella Storia Speciale Stregoneria" di Black Book, edito da Yume Edizioni.

La storia della stregoneria è un tema complicato e affascinante, composto da innumerevoli diramazioni ed evoluzioni. Persino la figura della strega non è sempre uguale a se stessa, ma cambia con i tempi, i desideri nascosti e le paure degli esseri umani.

Ci attrae e, nello stesso tempo, ci repelle. Per quale ragione? Perché siamo attratti dai poteri delle streghe, pur temendole? Come mai l’immagine delle megere ha avuto e continua ad avere tanto successo nei romanzi, nei saggi e nei film?

Le ragioni sono profonde, radicate fin nel nostro inconscio e certo un breve articolo su un blog non può (e non pretende) di esaminarle e sviscerarle tutte. Nonostante questo possiamo, ugualmente, aprire il dibattito e approfondirlo in seguito, con letture, opere cinematografiche o studi specifici.

Proprio riguardando alcuni celebri film nei quali le streghe sono protagoniste o, comunque, hanno un ruolo rilevante, ho iniziato a fare delle riflessioni. Le pellicole in questione sono “Le streghe di Eastwick” e “Maleficent”.

La prima è un capolavoro del 1987 con Jack Nicholson, Michelle Pfeiffer, Susan Sarandon
e Cher, tratto dall’altrettanto celebre romanzo di John Updike (1986). La trama la conosciamo tutti: tre donne sole incontrano un uomo ambiguo e affascinante, Daryl Van Horne, ignorando, nella fase iniziale, che si tratti proprio del diavolo in persona, venuto sulla Terra per tentarle e prendersi le loro anime, donando loro dei poteri e assicurandosi una discendenza da tutte e tre. Il film e il romanzo non sono perfettamente speculari, ma il dibattito sulla fascinazione che la figura della strega ha su di noi si può applicare a entrambi.

Le tre protagoniste de “Le streghe di Eastwick” ritrovano la vivacità, la gioia (effimera in questo caso) di vivere e uno scopo proprio con Daryl. Come d’incanto i loro sogni (anche quelli meno edificanti) si realizzano grazie alla magia. Tutti (o quasi) vorremmo realizzare i nostri desideri in un batter di ciglia; è la strada più facile e il raggiungimento dell’obiettivo è assicurato. In un’epoca come quella in cui viviamo, dominata dall’immagine e dell’apparenza, essere sempre vincenti (talvolta anche a scapito degli altri) piacerebbe a molti.

Ci ammalia, dunque, il potere delle streghe, le loro capacità incredibili e misteriose. Le percepiamo come creature pressoché invincibili, in grado di agire in qualunque momento e senza sbagliare. Come il libro e il film ci mostrano, però, la “medaglia” ha un rovescio: perdere se stessi, l’anima, essere schiavi del potere, rinunciare alla nostra indole. La maggior parte delle volte la strada più facile non ci porta dove avremmo voluto; la realtà ci insegna che quasi nulla può essere conquistato nell’arco di una notte.

Il secondo film “Maleficent” (2014) con una bravissima Angelina Jolie. La pellicola è un remake del classico Disney “La bella addormentata nel bosco”, benché la trama presenti rilevanti differenze e vi sia un approfondimento maggiore della psicologia della strega.

Malefica è, prima di tutto, una donna tradita dal suo amore (o meglio, da quello che lei riteneva tale), privata di una parte di se stessa (le ali). Ciò che ci affascina di lei è la passione che neppure la veste scura e l’espressione impassibile possono cancellare. Le streghe, infatti, sono temute proprio per i sentimenti forti che sono capaci di nutrire.

Non sono esseri “grigi” e spenti, non hanno paura e non si nascondono. Sono libere e, si sa, la libertà e la passione fanno paura, pur esercitando una grande attrazione. Malefica riesce a vendicarsi nel momento in cui ritrova questa libertà e la sua anima (le ali). Le streghe sono state perseguitate in quanto donne (la maggioranza; in effetti vi furono casi di accuse contro uomini e ragazzi).

La donna, le sue conoscenze ancestrali del corpo, della Madre Terra, le sue capacità straordinarie (dare la vita) sono state l’ossessione degli inquisitori. Questi ultimi hanno tentato di mortificare e ridurre al silenzio (spesso eterno) l’essenza femminile che li terrorizzava e li incantava.

Le streghe, quindi, sono donne di potere (un bel problema in società patriarcali), appassionate, anche scorrette (ma, attenzione, il male non può mai essere giustificato), libere, eccezionali nella loro normalità, in grado di ribellarsi, incapaci di sottostare al silenzio. Questo ci affascina delle streghe, il loro spirito indomito.

Dovremmo solo capire che anche la libertà richiede responsabilità e che il potere su noi stessi che tanto vorremmo è un mezzo per migliorarci giorno per giorno, non per cercare scorciatoie.

Potere e libertà, passione e indomabilità non devono farci paura; il nostro intento, per usare un po’ di ironia, non dovrebbe essere quello di volare su una scopa per lanciare sortilegi, ma di far volare più in alto possibile i nostri sogni mentre, lavorando senza sosta (e su noi stessi), cerchiamo di raggiungerli.

Sono esistite ed esistono ancora persone così, “streghe moderne” che sanno modellare la vita in conformità con i loro obiettivi?

lunedì 17 ottobre 2016

Speciale Halloween #3. “Mystery in History. I misteri della Storia. Stregoneria”

I primi due appuntamenti dello “Speciale Halloween 2016” ci hanno portato, in una specie di “viaggio” nel storia della streghe e dell’inquisizione, a Triora e poi a Salem; oggi, invece, ci fermiamo tra le pagine di un saggio che particolare, pubblicato da poco e che mi ha colpito molto non solo per l’argomento trattato, l’origine e l’evoluzione della stregoneria, ma soprattutto per lo stile con cui vengono affrontati questi temi così complessi.

Mystery in history. I misteri della storia. Stregoneria vol. II”, scritto da Black Moon e pubblicato da Yume Book, si propone di “raccontare” le streghe, di “dipingere” il loro ritratto con le parole, citando i casi più misteriosi, alcuni dei quali sono, forse, meno noti al pubblico.

mercoledì 12 ottobre 2016

Recensione. “Calcutta” di Shumona Sinha

Quando pensiamo all’India le prime immagini che si presentano davanti agli occhi della mente sono quelle di un luogo esotico, lontano, misterioso, inafferrabile, di sari dai colori sgargianti, di divinità che hanno resistito alla trasformazione della società e dei celebri film di Bollywood che, però, spesso dipingono un ritratto stereotipato di una nazione che non si può definire con una sola parola o un solo concetto.

L’India non ha una sola anima, ma molte, forse tante quante sono gli dei che, ben protetti nel loro pantheon intoccabile, osservano la vita quotidiana degli uomini. Allo stesso modo l’India racchiude in sé tante contraddizioni, ognuna riconducibile a una precisa essenza o anima. Raccontare tutte queste realtà, dunque, è un’impresa ancora più difficile; bisogna evitare di cadere nei luoghi comuni e di rimanere intrappolati nei cliché.

Eppure non è impossibile. Shumona Sinha, scrittrice indiana che si serve della lingua francese per descrivere i tanti volti dell’India, ci è riuscita tornando indietro nel tempo, alle origini della sua famiglia e di se stessa.

Il romanzo “Calcutta” (Clichy Edizioni) è un vero gioiello letterario, la scoperta di un piccolo tesoro che chiunque ami l’India dovrebbe leggere e al quale dovrebbero accostarsi anche e soprattutto quelli che non sanno nulla di questo Paese, o preferiscono la visione “pigra”, più “folkloristica” di cui spesso si abusa.

Da tempo speravo di leggere un romanzo dallo stile così poetico ed elegante, che sollevasse i mille sari indossati da questa potente nazione, in costante ascesa economica, per mostrare la vita vera, quella delle strade polverose, delle lotte politiche, del sacrificio di un popolo per l’indipendenza, dei profumi di spezie che si fondono con il sudore degli uomini che sperano in un futuro migliore.

Da anni speravo di poter guardare l’India che smette di ballare sui ritmi trascinanti dei film di Bollywood (che pure amo molto) per farmi ascoltare il suono dei clacson impazziti per le strade, le voci dei bambini nei cortili, persino la disperazione di chi non ha nulla e le grida di chi ritiene di avere la verità in mano.

In questo libro le vere protagoniste sono donne; tutto inizia dalla giovane Trisha, che torna nella casa natia per assistere alla cremazione del padre. Non è più abituata ai suoni e alle immagini dell’India più profonda in cui è cresciuta. Il ritorno nei luoghi dell’infanzia la destabilizza, disorienta la “bussola esistenziale” che credeva fosse irrimediabilmente ferma sull’età adulta.

Trisha, allora, inizia a vivere di nuovo, a “respirare” la sua casa, andando indietro nel tempo attraverso i ricordi e i racconti delle vite della madre, della nonna e della bisnonna. Dall’epoca odierna alla colonizzazione, dal boom economico al potere di Indira Gandhi, fino al Mahatma Gandhi.

Decenni di cambiamenti improvvisi e inaspettati, di lotte mai davvero concluse tra indù e musulmani, di fanatismo, di odio profondo tra fazioni religiose e politiche. Shumona Sinha lascia intravedere la Storia attraverso le storie che hanno costruito il passato familiare di Trisha; quest’ultima altri non è che l’autrice stessa o, comunque, la sua anima indiana che convive con quella francese.

La struttura del romanzo ricorda molto la forma di una spirale il cui centro si allontana man mano che ci inoltriamo nella vicenda, poiché non vi è una fine, bensì un eterno scorrere del tempo a ritroso. Possiamo solo immaginare tale eternità la quale, ovviamente, non può essere rinchiusa in un romanzo, ma rappresenta una costante dei destini di ognuno di noi, tanto della nostra ascendenza quanto della nostra discendenza.

Oppure possiamo vedere le storie di queste donne come il cerchio delle esistenze, in cui tutto nasce e muore, ogni cosa, alla fine, torna all’ordine naturale. Sono, infatti, suddivise in capitoli che sembrano dei veri e propri racconti, ma legati uno all’altro come pezzi di un puzzle il cui senso sta nel tutto e non nella singola parte, benché finita. La madre di Trisha, Urmila, è una donna bellissima e malinconica.

Tanto intelligente e brillante quanto solitaria, scostante, chiusa in guscio che si è costruita da sola e nel quale si ripara quando la malinconia torna a farle visita. La sua famiglia la crede pazza, ma il marito, Shankhya, padre di Trisha, la ama nonostante tutto. In realtà Urmila ha il male di vivere e nulla, neppure l’amore per la figlia o la paura per il coniuge, attivista politico tra le file del comunismo, in opposizione al potere centrale, riescono a ridestarla dai lunghi momenti di torpore.

La nonna paterna di Trisha, Annapurna, ha un legame speciale con Shankhya, il preferito tra i figli. Lo guarda crescere, nutrendo nei suoi confronti le speranze di un futuro brillante. Annapurna è una donna determinata, che non si è rassegnata alla morte del marito e alla povertà, né ha voluto seguire la tradizione che relega le vedove ai margini della società.

Ashanti, la madre di Annapurna, è il personaggio più affascinante del libro. Anche lei è rimasta vedova, ma non si è piegata al destino, scegliendo di diventare una cortigiana. Incontra il potente Bijendramohan Chowdry e tra i due scoppia la passione. Ashanti, però, capisce ben presto che il suo amore profondo e paziente non è ricambiato. Il suo orgoglio ferito non le consente più di aspettare un uomo che non la vuole davvero e, ancora una volta, la stupenda cortigiana sceglie da sola il corso da dare a un’esistenza che troppe volte l’ha messa alla prova.

Su Trisha, Urmila, Annapurna e Ashanti veglia una figura femminile, una “madre” che lascia scorrere su di sé i giorni, la felicità e la tristezza dei suoi figli: Calcutta, la città protagonista dell’intero romanzo.

Calcutta è presente non solo quando Shumona Sinha ce la descrive con fierezza, in dettaglio, facendoci perfino respirare gli odori delle strade o dell’interno delle case; la città simbolo dell’India traspare dai sentimenti dei personaggi, dalle loro azioni, dai cambiamenti storici e politici.

Calcutta è sempre lì, a chiudere il cerchio delle storie e delle donne della famiglia di Trisha. E’ un microcosmo racchiuso nel ventre di un’altra madre, l’India, altra essenza femminile. Sono questi luoghi a dare respiro, linfa vitale tanto ai personaggi quanto alle loro vicissitudini.

Calcutta” è un romanzo straordinario, scritto da una poetessa della vita, una acuta osservatrice del mondo che scrive per immagini, colori, suoni e profumi. Amerete questo libro fin dalle prime pagine, ma ricordate di leggerlo con lo stesso amore che si riserva a una madre, o a alla nazione che è culla dei nostri giorni e delle nostre scelte.


Il libro

Titolo: Calcutta

Autrice: Shumona Sinha

Casa Editrice: Clichy Edizioni

Pagine: 225

Prezzo: 15 euro

Data di pubblicazione: 2016









Sinossi

Dopo la pubblicazione, nel 2011, di A morte i poveri!, Shumona Sinha, poetessa e scrittrice indiana che scrive in un sublime francese, è stata decretata dalla stampa come la più interessante e promettente autrice indiana. In questo nuovo, struggente e teso romanzo, la Sinha narra la propria terra, le sue tensioni politiche, l’odio che da sempre la pervade e la tinge di dolore e di sangue, i sogni, le illusioni, i miti e le leggende della sua famiglia. Al centro di tutto c’è una città, Calcutta, nella quale una giovane donna torna per assistere alla cremazione di suo padre. E lì ritrova il quartiere, la casa, gli oggetti, i ricordi della sua infanzia. Tutto la sconvolge, l’olio di ibisco per ammorbidire la follia di sua madre, la trapunta rossa che nascondeva le armi di suo padre attivista comunista, le storie della nonna Annapurna e della bisnonna Ashanti, concubina ribelle e anticonformista di uno spietato signore. Un libro forte e denso di poesia, una scrittura straordinariamente ricca ed evocativa, un’autrice che dopo aver conquistato la Francia si propone adesso con forza anche in Italia. (Dalla quarta di copertina).


L’autrice

Shumona Sinha è nata nel 1973 a Calcutta. Dal 2001 vive a Parigi e scrive in francese. Curatrice di alcune antologie di poesia indiana, nel 2011 ha pubblicato A morte i poveri! (edito in Italia da Barbès Editore), con cui si è aggiudicata numerosi premi.









Per saperne di più

La pagina dedicata al romanzo sul sito Edizioni Clichy

Il profilo Twitter dell'autrice

Il profilo Facebook dell'autrice


Le immagini sono tratte dal sito delle Edizioni Clichy

lunedì 10 ottobre 2016

Speciale Halloween #2. Le streghe di Salem

Dopo aver approfondito la vicenda di Triora, il nostro secondo appuntamento con lo Speciale Halloween ci porta dall’altra parte dell’oceano, nelle Americhe, per la precisione a Salem, cittadina divenuta tristemente famosa per uno dei casi più clamorosi nella storia dell’inquisizione e della stregoneria.

Il processo alle presunte streghe di Salem fu uno dei più gravi casi di isteria di massa che la Storia ricordi. Il 1692, fu l’anno in cui scoppiò il “caso Salem”, come potremmo chiamarlo oggi; la paura sfumò verso il panico, causando un’agguerrita, feroce caccia alle streghe nel Nuovo Mondo.

Il tribunale secolare del luogo non si ritrovò a giudicare solo delle persone, ma anche un intero sistema di valori religiosi e morali che, lentamente, stava mutando, sgretolandosi per lasciar posto al nuovo.

Per gli abitanti della piccola città occorreva preservare le tradizioni, ripristinare “l’ordine” instaurato dal puritanesimo da ogni vento di cambiamento “terreno” e “materialistico” che minacciava di minare alla base un’intera società. Non solo la superstizione, l’isteria, l’ignoranza, l’invidia (già incontrati nel caso di Triora) furono le cause del processo di Salem.

Vi era molto di più in gioco: la sopravvivenza di un piccolo universo che rischiava di scomparire.

giovedì 6 ottobre 2016

Donne nel mistero. La storia di Erzsébet Bàthory

Da oggi il blog si arricchisce di una nuova rubrica, “Donne nel Mistero”, dedicata alle essenze femminili sfuggenti, talvolta caratterizzate da un deciso, violento tratto negativo. Storie mai risolte, avvolte dal mistero, appunto, su cui ancora sussistono troppi dubbi; enigmi che, intrecciandosi, danno vita a un dedalo di ipotesi e possibilità.

Il primo appuntamento di questa rubrica ha per protagonista uno dei personaggi più malvagi della Storia, una donna perversa, sadica: l’assassina seriale Erzsébet Bàthory. Su di lei si è scritto e detto moltissimo, cercando di afferrare la vera natura di questa aristocratica dalla mente disturbata e trovare, così, un’origine alla sua leggenda nera.

Erzsébet viene definita “vampira” eppure, riflettendo meglio, la sua figura è più simile a quella della strega dedita alle arti magiche la quale, nell’immaginario collettivo, ha il potere di manipolare gli elementi e i nemici attraverso sortilegi e pozioni. La nobildonna, infatti, dedicò gran parte della sua vita alla magia e all’alchimia.

lunedì 3 ottobre 2016

Speciale Halloween #1. Le streghe di Triora

Quest’anno “Divine Ribelli” dedica uno Speciale tutto al femminile alla festa di Halloween. Di settima in settimana, fino al 31 ottobre, ci inoltreremo in alcuni tra i più inquietanti misteri storici che hanno per protagoniste le streghe.

Il primo appuntamento ci porta nell’antico borgo di Triora, per capire meglio cosa accadde tra il 1587 e il 1589, il periodo a cui risale uno dei casi di stregoneria più conosciuti e discussi ancora oggi.

Triora è spesso definita la “Salem italiana”; è sconcertante, infatti, il parallelismo tra le due vicende, almeno per quel che concerne la tragicità dei fatti e la violenta repressione delle presunte “streghe”, benché i due casi si siano svolti secondo dinamiche diverse e dal punto di vista cronologico li separi più di un secolo (il caso delle streghe di Salem avvenne nel 1692).

Cosa accadde davvero nel borgo ligure? Perché la scure dell’inquisizione si abbatté sui suoi abitanti?

venerdì 2 settembre 2016

Anteprima. “Sangue Amaro” di Angela D’Angelo

Oggi sono contentissima di presentarvi un romanzo scritto da un’autrice talentuosa, Angela D’Angelo.Sangue Amaro” è il titolo di questa storia sulle difficoltà della vita, sulla sopravvivenza in un quartiere complicato come Scampia.

In origine “Sangue Amaro” è stato pubblicato a puntate sul blog di Angela. Ora, invece, è disponibile in ebook gratuito su Amazon, oppure in versione cartacea. Quest’ultimo formato è acquistabile sulle più grandi piattaforme online e l’intero ricavato delle vendite verrà devoluto alla Onlus SalvaBimbi che si occupa proprio della zona di Scampia.

Non mi resta che invitarvi a leggere “Sangue Amaro” e partecipare a questa lodevole iniziativa benefica.


giovedì 1 settembre 2016

Anteprima. “Banali momenti speciali” di Silvia Maira

Il ritorno dalle vacanze non poteva essere più dolce; il romanzo di Silvia Maira, “Banali momenti speciali”, edito da Genesis Publishing, è la storia di una donna, Isabella, che torna nella terra natale, la Sicilia, dopo troppi anni d’assenza.

Quel che doveva essere un breve viaggio per una occasione spiacevole diventa un toccante ritorno al passato, durante il quale riaffiorano domande e questioni irrisolte.

Un romanzo introspettivo, sul senso della vita e della realtà che ci circonda, scritto con la poesia che solo un viaggio straordinario come quello esistenziale può regalarci.

mercoledì 17 agosto 2016

Recensione. “Il giorno più buio” di Tom Wood

Victor è un sicario tanto spietato quanto intelligente e furbo. Di lui non sappiamo moltissimo, come se il personaggio volesse nascondersi perfino agli occhi attenti dei lettori, impegnati a scovare le sue tracce perfino tra le righe. Del resto questo killer è, in realtà, un uomo costantemente braccato dai suoi nemici.

La lunga scia di morte e vendetta che si porta dietro, però, non lo spaventa; Victor è abituato a guardarsi le spalle, a fuggire e sa mimetizzarsi alla perfezione in qualunque luogo, grazie ad anni di duro addestramento. Lavora per la CIA, benché il rapporto con l’agenzia d’intelligence sia tutt’altro che lineare e avvenga attraverso diversi referenti e intermediari. E’ un uomo forte, duro, determinato, che non conosce rassegnazione né sconfitta e non si ferma finché non ha portato a termine gli incarichi che gli sono stati assegnati.

Nel romanzo “Il giorno più buio” di Tom Wood (Fanucci Editore), il quinto della serie che vede lo protagonista, Victor deve uccidere un principe saudita, al-Waleed, un vizioso e scellerato finanziatore del terrorismo islamico. L’operazione deve essere compiuta senza far ricadere la colpa sulla CIA; benché il principe sia, ormai, un personaggio scomodo per la sua stessa famiglia, è necessario evitare che vengano alla luce ingerenze americane nella questione.

martedì 9 agosto 2016

Recensione. "L'arte nel Sangue" di Bonnie MacBird

Quando un amore, una passione si trasformano in ossessione? E’ possibile sentire di avere “l’arte nel sangue” al punto da esserne completamente permeati, da non riuscire a vedere altro? Sì, è possibile, eccome e la Storia ce ne regala molti esempi.

Genialità nella sua forma più pura, una qualità posseduta da pochi. Quando, però, questa qualità travolge perfino i limiti della morale, la dignità e il valore della vita, diventa una trappola mortale. L’indole del celebre detective Sherlock Holmes presenta la peculiarità dell’arte nel sangue, non solo per ciò che concerne l’erudizione ma, soprattutto, per quanto riguarda la sua capacità investigativa. Holmes ha, in sé, la genialità dell’artista che crea, immaginando prima l’opera nella sua mente e, in seguito, concretizzandola con i materiali a disposizione.

E’ così che egli risolve i casi: usando prima il pensiero, la logica, la deduzione, dando forma al mistero che deve risolvere, per poi mettere in atto tutte le capacità che gli consentono di svelarlo una volta per tutte. Anche la sua genialità è un’ossessione, ma non lo porta mai verso la distruzione.

Nel romanzo di Bonnie MacBird, “L’arte nel Sangue” (Harper Collins Italia), invece, Sherlock deve fronteggiare un’oscura minaccia che ha da tempo oltrepassato il limite tra ciò che è lecito e ciò che non lo è, tra il bene e il male, tra il piacere e, appunto, l’ossessione. Una partita tra menti affini per astuzia e intelligenza, in grado di mettere in difficoltà perfino un investigatore del calibro di Holmes. All’inizio della storia, nel novembre 1888, troviamo il fedele Watson felicemente sposato e Sherlock preda di una delle sue crisi depressive che lo spingono all’uso di cocaina.

lunedì 8 agosto 2016

Anteprima. “L’Arte nel Sangue” di Bonnie MacBird

Oggi vi propongo un romanzo che mi ha lasciato con il fiato sospeso fino all’ultima pagina, appassionandomi come pochi: “L’arte nel Sangue” di Bonnie MacBird, edito da HarperCollins Italia.

Tra un paio di giorni sarà online la recensione, intanto, se non lo avete già fatto, vi consiglio di leggere questo libro che segna il ritorno del grande detective nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle, ovvero Sherlock Holmes.


Il libro


Titolo: L’arte nel Sangue

Autore: Bonnie MacBird

Casa editrice: Harper Collins Italia

Pagine: 330

Data di pubblicazione: 14 luglio 2016

Prezzo: 16 euro









Sinossi

Londra, in un nevoso dicembre del 1888. Dopo la disastrosa indagine sullo Squartatore, il trentaquattrenne Sherlock Holmes è caduto in un profondo stato di prostrazione dal quale nemmeno Watson riesce a svegliarlo. Finché non arriva da Parigi una strana lettera in codice. Mademoiselle La Victoire, una bellissima cabarettista francese, scrive che il figlio illegittimo che ha avuto da un lord inglese è scomparso, e che lei stessa è stata aggredita per strada a Montmartre. Holmes e Watson si precipitano a Parigi e scoprono che il ragazzino scomparso è solo la punta dell'iceberg di un problema molto più grave: una preziosissima statua greca è stata rubata a Marsiglia, e in un setificio del Lancashire sono stati uccisi dei bambini. Gli indizi, in tutti e tre i casi, conducono allo stesso, intoccabile personaggio... Ma Holmes riuscirà a riprendersi in tempo per trovare il ragazzino scomparso e fermare l'ondata di omicidi, anche se per riuscirci deve essere sempre un passo avanti rispetto a un pericoloso rivale francese ed evitare le minacciose interferenze del fratello Mycroft?


L'autrice

Bonnie MacBird, nata a San Francisco, è laureata in Musica e ha un Master in Cinematografia. E’ produttrice, attrice di cinema e regista di teatro. Ha lavorato a Hollywood per la Universal e ha vinto ben tre Emmy Awards realizzando documentari. Tra le sue passioni ci sono Sherlock Holmes, naturalmente, ma anche la scrittura e la pittura ad acquerello. 










Per saperne di più

Il sito dell’autrice;

la pagina dedicata al romanzo su Goodreads;



venerdì 22 luglio 2016

Anteprima. "Ricordati di sperare" di Rachel Van Dyken

Oggi vi segnalo un racconto d'amore, di speranza e riscatto. Una storia sul valore della vita, dell'attimo che può sfuggirci dalle mani per non tornare mai più.

"Ricordati di sperare" di Rachel Van Dyken, edito da Nord Edizioni in versione ebook fa parte della serie "Ruin".

Per amore vale la pena rischiare tutto, anche se stessi, poiché un'esistenza fatta di rimpianti è già morte. La morte dell'anima.


Il libro

Titolo: Ricordati di sperare

Autore: Rachel Van Dyken

Casa editrice: Nord Edizioni

Formato: ebook

File: 1210 kb

Data di pubblicazione: 21 luglio 2016

Prezzo: 1.99 euro

Link Amazon: clicca qui



Sinossi

Credevo di non avere più nulla per cui lottare. Ma poi tu mi hai dato una nuova speranza…

Per molti mesi, ho pensato di non avere più niente da perdere. Sapevo che il mio tempo era quasi finito, ma non m'importava. Poi però ho conosciuto Kiersten. Lei è la mia anima gemella, è il sole che ha sciolto il ghiaccio che mi portavo dentro. Grazie a lei ho ritrovato la forza di combattere contro la malattia che mi stava divorando, ho ritrovato la gioia di vivere. Eppure, perfino adesso che sono guarito, mi è rimasta la consapevolezza che non si dovrebbe mai dare per scontato il futuro, che si deve affrontare ogni giorno come se fosse l'ultimo. Ecco perché ho deciso di rischiare tutto e di fare una cosa folle, assurda. Una cosa che farebbe solo un uomo perdutamente innamorato. Spero solo che lei mi dica di sì… Tenero e profondo, romantico e sorprendente, questo episodio inedito della serie Ruin racconta una storia d'amore e di riscatto, ricordandoci che bisogna sempre sfruttare al massimo ogni occasione che la vita ci offre.


L'autrice

Wall Street Journal, New York Times e Usa Today concordano nel definire Rachel Van Dyken è la migliore autrice di romance contemporaneo e storico d'America. Vive nell'Idaho con il marito e il figlio. In Italia i suoi romanzi sono pubblicati da Nord Edizioni.



La pagina dell'autrice sul sito della casa editrice Nord

mercoledì 20 luglio 2016

Anteprima. "Il giorno più buio" di Tom Wood

Victor è un assassino preciso ed elegante, un solitario all’ennesima potenza.”
Open Book Society

Quando ho letto la sinossi di questo libro, la mia curiosità è salita alle stelle. Adoro i thriller e questa saga, di cui oggi vi presento il quinto volume, presenta tutti gli ingredienti di una storia ad alta tensione, piena di suspence e con un personaggio femminile avvolto nel mistero.

Sto parlando di "Il giorno più buio" di Tom Wood, (serie di "Victor l'assassino") edito da Fanucci e in uscita il 21 luglio.

Eccovi l'anteprima.

Il libro

Titolo: Il giorno più buio

Autore: Tom Wood

Casa editrice: Fanucci

Collana: TimeCrime

Pagine: 448

Prezzo: 4.99 kindle, disponibile dal 14 luglio; cartaceo in uscita.

Data di pubblicazione: 21 luglio




Sinossi

Si aggira come un’ombra e uccide in maniera rapida e fredda. Raven, un’elegante ed enigmatica assassina, ha sempre agito senza lasciare tracce dietro di sé, sfuggente e imprendibile. Ma questa volta ha commesso un errore: ha scelto il bersaglio sbagliato. Victor è il sicario più letale in circolazione, paranoico e senza pietà, abituato a camminare sulla linea sottile che divide la vita dalla morte, il carnefice dalla vittima. In una Manhattan inghiottita dalle tenebre di un black-out senza precedenti, tra negozi saccheggiati e scenari da apocalisse imminente, Raven e Victor giocano al gatto col toppo, in una spirale viziosa che non lascia comprendere chi sia a fuggire e chi a rincorrere, e che semina il terrore tra le strade di una città spaventata e sospettosa. Ma perché Raven vuole Victor morto? Chi agisce alle sue spalle? Forse qualcuno che ha un conto in sospeso con il sicario, o una mente deviata che sta tramando qualcosa di più pericoloso di una semplice vendetta? Una storia tagliente, oscura come lo scenario che le fa da sfondo, illuminata da una trama serrata, personaggi irripetibili e dal linguaggio cinematografico tipico dei grandi thriller.


L'autore

Tom Wood è uno scrittore inglese, originario dello Staffordshire. Ha creato l'enigmatico personaggio di Victor l'assassino, già protagonista dei volumi "Killer" (2013), "Nemico" (2013), "Il Gioco" (2014), "La Caccia" (2015), tutti editi da Fanucci nella collana TimeCrime.


Per saperne di più

Il link Amazon per acquistare il libro.

La pagina dedicata alle opere dell'autore nel sito Fanucci.

venerdì 8 luglio 2016

Recensione. "Cenerentola di sangue" di Victory Storm

Nell’immaginario collettivo Cenerentola è una creatura candida e un po’ ingenua che perde la scarpetta simbolo della sua essenza cristallina, senza segreti. La sua unica “trasgressione” se mi si passa il termine, è presentarsi al ballo del principe in incognito, ma nulla le può essere rimproverato perché la nostra Cenerentola è costretta a tale sotterfugio da cause di forza maggiore.

Se, però, questa Cenerentola fosse una ragazza moderna, un po’ ribelle agli avvertimenti dei suoi genitori? Nulla di strano, una semplice variazione sul tema. Se, inoltre, la fanciulla fosse figlia di Zachary Macross, capo umano dell’Ordine della Croce Insanguinata (organizzazione legata al Vaticano e nemica dei vampiri) e di una licantropa, Fanny? Infine, se la Cenerentola dagli oscuri natali fosse anche al centro di una profezia che l’accompagna fin dalle sue prime ore di vita?

La variazione suddetta, a questo punto, si fa molto più interessante e ha anche un titolo inequivocabile, “Cenerentola di Sangue” (Elister Edizioni). Di Victory Storm, l’autrice, si è già parlato in questo blog a proposito del primo volume della “Trilogia di Sangue”.

“Cenerentola di Sangue” è un racconto, o meglio uno spin-off legato proprio alla Trilogia, ma che i lettori possono leggere indipendentemente da quest’ultima.

A centro della vicenda vi è la protagonista-Cenerentola, ovvero April (nome che evoca purezza), completamente umana o, almeno, questo è ciò che tutti credono e, all’apparenza, una ragazza come tante. La sua vita, al contrario, non è per nulla simile a quella delle sue coetanee.

April cresce tra vampiri e licantropi, i suoi genitori sono iperprotettivi nei suoi confronti per ovvie ragioni ma, soprattutto, perché sanno che la giovane potrebbe essere, in base alle parole profetiche pronunciate dal cacciatore stregone Ahmed, la miccia in grado di scatenare una guerra tra umani e vampiri.

April, una semplice umana. Zachary Macross è riuscito a sancire l’alleanza tra la Confederazione di Sangue (i cui membri non sono solo vampiri, ma anche licantropi, esseri umani, cacciatori stregoni e razze ibride) e l’Ordine della Croce Insanguinata. Questo patto, però, poggia su fragili equilibri a cui sono contrari i vampiri di stirpe nobile più antica, i quali considerano i loro “fratelli” della Confederazione alla stregua di traditori.

I vampiri cosiddetti “aristocratici”, tra l’altro, sono abituati a bere sangue umano direttamente “alla fonte” (fa rabbrividire anche solo doverlo scrivere) e a non usare la pillola ematica sintetica “BloodSky” che, invece, consente ai membri “nosferatu” della Confederazione di vivere alla luce del sole e non aggredire prede umane.

Questa differenza “nutrizionale” è importantissima nella distinzione tra i due gruppi di vampiri collocando gli Antichi (dal loro punto di vista) su un gradino più alto della scala gerarchica.

April compie il suo ventitreesimo anno d’età in questo mondo in bilico tra l’umanità e la straordinarietà, tra la natura e la magia e la profezia a cui è legata sembra ormai lontana nel tempo. Finché, un giorno, Vane il Principe dell’antica stirpe di Vampiri non invita i membri della Confederazione, incluso Macross e la sua famiglia, a un ballo in maschera nella sua dimora. April non vede l’ora di andarci, ma i suoi genitori glielo proibiscono; è molto probabile, infatti, che questo invito sia solo una trappola studiata per minare gli equilibri raggiunti tra la Confederazione e l’Ordine.

La giovane, come tutte le ragazze della sua età, sottovaluta il pericolo e vede l’opposizione del padre e della madre come un tentativo di tarparle le ali. Sotto mentite spoglie e con uno stratagemma, April riesce a partecipare all’ambiguo ballo. Lì incontra Vane, il quale non sa che ha di fronte la figlia di Macross e per sfuggirgli, allo scossare della mezzanotte, perde la sua scarpetta.

Un incontro fatale che segna il destino di entrambi; proprio durante quella notte di festa April scopre qualcosa di inaspettato riguardo la sua natura, mentre il Principe dei Vampiri si sente irresistibilmente attratto da quella fanciulla che sa tenergli testa e, nello stesso tempo, si è abbandonata al suo bacio mortale.

La sorte dell’alleanza tra l’Ordine e la Confederazione è nelle mani di un vampiro e di un’umana che non avrebbero dovuto incontrarsi e, a questo punto, la profezia di guerra non appare più come un semplice ricordo. Cosa nascerà da questo incontro, l’amore eterno o l’odio altrettanto eterno? Questo lo lascio scoprire a voi.

In “Cenerentola di Sangue”, come spiega l’autrice, Victory Storm nella nota ai lettori, fanno la loro comparsa anche alcuni personaggi della Trilogia, come Vera ma, dal punto di vista cronologico, l’azione si svolge nel futuro rispetto agli avvenimenti narrati nei tre romanzi.

Lo stile è sempre diretto, la lettura molto scorrevole e la storia gradevolissima. I personaggi sono tutti caratterizzati benissimo (nota personale: il mio preferito è lo scienziato pazzo Grucho), allo stesso modo l’ambiente in cui April vive, questo particolare “adattamento” da cui nasce il rapporto di tolleranza tra umani e non umani.

Inoltre April è una giovinetta costretta dalla vita a confrontarsi con personaggi che vivono molto a lungo, hanno una forza sovrumana e un’intelligenza altrettanto spiccata e ciò stride enormemente con la sua natura mortale e le sue capacità più limitate (la prova evidente è lo scarso rendimento all’università).

Eppure April nasconde in sé un grandissimo potere e nel racconto è proprio questo l’elemento da cui scaturisce la sua evoluzione. Sembra quasi sempre fuori posto, inadeguata e lei stessa lo percepisce, eppure è il cuore pulsante dell’intera storia. Vane il Principe è tenebroso e, nello stesso tempo, desideroso di “vivere” nel vero senso della parola, benché questo sogno sia tenuto accuratamente nascosto tra le pieghe della sua ombra vampiresca.

Anche lui, pur essendo un aristocratico, sa che il suo dominio sta vacillando e, nonostante ostenti sicurezza, è ben consapevole degli ostacoli che deve affrontare. Entrambi, dunque, cercano il loro posto nel mondo, seppur con fini diametralmente opposti e sarà proprio l’incontro delle loro anime, non calcolato anzi, osteggiato, a dare vita a un nuovo corso nella storia dei rapporti tra vampiri, licantropi, umani, cacciatori e ibridi.

Cenerentola di Sangue” è una storia di morte e rinascita, d’amore (declinato in diverse sfumature) e fratellanza, di intrighi e profezie; il racconto di un fiume che sembra seguire, placido, una strada già segnata invece, dividendosi in mille rivoli destinati a incontrarsi di nuovo, creerà ancora vita in forme e modalità inaspettate.


Il libro


Titolo: Cenerentola di Sangue

Autore: Victory Storm

Casa editrice: Elister Edizioni

Pagine: 151

Anno di pubblicazione: 4 maggio 2016

Prezzo: 1,99 versione Kindle








Sinossi

Dopo secoli di lotte, finalmente la pace tra i vampiri e l’Ordine della Croce Insanguinata sembra salda sotto la guida di Zachary Macross. Tuttavia rimangono ancora alcune fazioni poco propense ad accettare le condizioni imposte dall’Ordine. Tra queste vi è la casta nobile dei vampiri, governata dal Principe, Vane Vampire. April, futura erede della Macross Company, è solo un’umana come suo padre, ma decisa a fare qualsiasi cosa per mantenere la pace tra i cacciatori, i licantropi e i vampiri. Inoltre la sua umanità la rende un bersaglio facile per queste creature sovrannaturali e quando deciderà d’introdursi furtivamente a una festa in maschera del Principe, grazie a un incantesimo che celerà la sua natura, le cose precipiteranno drasticamente allo scadere della Mezzanotte. Come potrà April salvarsi dalla sete di vendetta (e non solo) del Principe, senza mettere a repentaglio il delicato equilibrio che regge la pace tra le varie razze? Come potrà Vane vendicarsi di colei che ha osato sfidarlo e mentirgli, senza cedere al profumo ipnotico del suo sangue?


Autrice

Victory Storm è un’autrice italiana sotto pseudonimo. Conosciuta per la Trilogia di Sangue, Victory Storm ha scritto anche tre romanzi rosa: “Proprio perché ti amo”, “Il non fidanzato peggiore del mondo”, sempre pubblicati con la Elister Edizioni, e “Ogni tuo desiderio è un ordine, bastardo” (Newton Compton Editori). Passa il suo tempo a leggere libri e manga, guardare serie tv o film di ogni tipo e cucinare manicaretti vegani.
(Biografia tratta dal sito Elister Edizioni)










Per saperne di più

Pagina dedicata a Cenerentola di Sangue sul sito della casa editrice Elister;

Pagina dedicate a Victory Storm sul sito della casa editrice Elister;

Il blog dell’autrice;