lunedì 25 febbraio 2013

Anteprima di “Tregua nell’Ambra” di Ilaria Goffredo

Uno degli obiettivi che il blog “Divine Ribelli” ha sempre avuto, fin dalla sua nascita, è stato quello di sostenere e far conoscere i romanzi di esordienti (uomini o donne che siano, l’importante è che la loro opera abbia almeno un personaggio femminile di spicco). 

Dopo “Il Figlio Ribelle” di Cristina Zavettieri, di cui si tornerà a parlare quanto prima, oggi è il turno di un altro romanzo dall’intreccio coinvolgente ed appassionante: “Tregua nell’Ambra” di Ilaria Goffredo.

E’ la storia di una ragazza che affronta il difficile passaggio dall’adolescenza all’età adulta e scopre i misteri della vita e dell’amore sullo sfondo dell’Italia piegata dalla guerra e dal fascismo. “Tregua nell’Ambra” è arrivato tra i finalisti al concorso “Ilmioesordio” 2012. 

Il romanzo sarà disponibile dal primo marzo in formato ebook e scaricabile gratuitamente dal sito treguanellambra.blogspot.it/ Molto presto “Divine Ribelli” avrà il piacere di approfondire il romanzo ed i temi trattati e di farvi conoscere Ilaria Goffredo.

Il Libro

Titolo: Tregua nell’Ambra 

Autore: Ilaria Goffredo 

Pagine: 365 

Prezzo: gratuito 

Data di uscita: primo marzo 2013 

Genere: storico 








Trama 

Martina Franca, Puglia, gennaio 1943. L’Italia è entrata in guerra da tre anni e la vita della popolazione peggiora di giorno in giorno. Gli stenti gravano anche sull’esistenza della giovane Elisa, una diciottenne piegata dal terrore del fascismo e dei bombardamenti alleati, dalla fame. Un giorno Elisa conosce Alec, il figlio di una vicina di casa, un uomo misterioso e dallo strano accento; incute in lei un’adorazione che talvolta si tramuta in timore. In un romanzo che ha il sapore di sole e calce, terra e pane nero, la vita rincorre e sfida gli orrori della dittatura e dei campi di concentramento, spera nelle attività antifasciste e incassa le perdite. Il coraggio di una ragazza che diventa donna. La tenacia di un amore in bilico sull’abisso. Il ritratto di un’Italia che non c’è più. La coscienza di ciò che siamo stati nel flusso della grande Storia. 

La Critica

“Capacità di narrare di buon livello e storia decisamente bella. Leggo tanti libri, questo uno dei migliori” .
Toni D’Angelo, regista 

“Questo libro spesso prende le sembianze di un abbraccio avvolgente per poi mutarsi in un pugno nello stomaco. Bellissimo” .
Luca Mastinu, scrittore e compositore

“Un’opera degna del realismo degli anni ’50 che sta assai bene insieme ai testi di Primo Levi, di Pavese e di quanti si sono distinti per merito nel raccontare gli orrori della seconda guerra mondiale” .
Giovanna Albi, docente e scrittrice

“Polvere che viene tolta da una serie di fotografie in bianco e nero. Il ricordo che campa nell’aria rarefatta di un’Italia persa e ancora incredula su quanto le sta capitando”.
Enzo D’Andrea, scrittore 

L’Autrice

Ilaria Goffredo è nata nel 1987 e vive in Puglia. Ha viaggiato in tutta Europa lavorando nel settore turistico. Nel 2005 ha lavorato come volontaria in una scuola professionale di Malindi, in Kenya. Ad ottobre 2010 si è laureata in scienze della formazione. Ha vinto diversi premi letterari per racconti e diari di viaggio. È stata giurato ufficiale nel concorso “Casa Sanremo Writers Edizione 2013”. Cura una rubrica di recensioni letterarie sul blog di Itodei.

sabato 23 febbraio 2013

Ipazia, la grande filosofa neoplatonica

"Ipazia" (1908)
Con grande piacere ospito sul blog, per la prima volta, un articolo di Andrea Rocchi, per "Talento nella Storia". La protagonista dell'interessante ed originale post è celebre ed affascinante, la sua vita discussa ancora oggi. Sto parlando della filosofa Ipazia
Buona lettura :-) 

Parlare di Ipazia è diventato difficile ultimamente in quanto troppo spesso questo argomento si evolve dalla Storia per assumere significati politico-religiosi che vanno oltre l'esistenza stessa di questa grandissima personalità dell'antichità. La quale, a dirla tutta, se ne stava abbastanza sopita nella memoria dei posteri fino al risveglio delle coscienze avvenuto in seguito all'uscita nelle sale del film "Ipazia" dello spagnolo Alejandro Amenàbar nel 2009, un film di indubbio fascino e valore che ha fatto riflettere sul tremendo periodo storico di passaggio o di rottura, rappresentato dal V secolo d.C. Giustamente dal 2009 anche la letteratura ha cavalcato trionfante l'argomento "Ipazia"; di volumi carini ne sono usciti a iosa ma migliori sono quelli antecedenti. Vorrei però in questo articolo evitare di ridurre la filosofa ad un mero strumento di guerra dialettale tra religiosi ed anti religiosi o tra religiosi di diversi credi in quanto in tal modo, a mio avviso, si svaluta in primis proprio Ipazia con tutto il periodo storico che si porta dietro. Sono persino poco propenso alla definizione di Ipazia quale martire del paganesimo morta in nome della scienza e della libertà di pensiero (anche Socrate lo è a questo punto). Mi disturba infine sentire parlare di fondamentalismo cristiano rapportato al V secolo d.C. (lo ritengo antistorico). Dunque mi limiterò semplicemente a narrare la storia per quello che è stata, poi ognuno è libero di farsi la sua idea. Ipazia non dovrebbe in alcun caso essere estrapolata dal periodo storico di profonda rivoluzione sociale e culturale in cui è vissuta, non dovrebbe essere intinta di significati che non le appartengono, soprattutto rapportando la sua esistenza ai giorni nostri... se proprio vogliamo parlare di vittime, sarebbe più corretto considerare Ipazia come una vittima della Storia. 

Ipazia morì ad Alessandria d'Egitto nel 415 d.C. mentre cinque anni dopo, non si sa precisamente dove, nel 420 nacque Giulio Valerio Maggioriano, futuro imperatore romano. Cosa unisce questi due personaggi? 

Precisamente la crisi del V secolo, che non voglio ridurre semplicemente al collasso dell'Impero Romano d'Occidente per ragioni economiche e militari e alle tanto decantate invasioni barbariche. La crisi del V secolo, iniziata nel III, rappresentò un periodo di profondo passaggio, in cui avvenne un'insanabile rottura con il mondo degli antichi, uno stravolgimento degli usi e dei costumi, della mentalità, della società stessa.

Certo, i contadini erano sempre meno, le terre incolte, il latifondismo annientava la piccola proprietà, i prezzi erano alti, gli italici se ne fregavano di arruolarsi, gli eserciti dell'Urbe erano un'accozzaglia di stranieri, l'impero era diviso in due, i regnanti occidentali avevano l'abitudine di usurpare il trono e morire poi ammazzati, al di là dei confini nuovi popoli si misero in cerca di una identità territoriale

Roma perse la sua centralità e si trasformò in una città logora e fatiscente, con gli antichi monumenti abbandonati nell'incuria, i templi distrutti e spogliati, frotte di nullatenenti ed accattoni, vecchi e nuovi senatori chiusi in ville fortificate in provincia, con masnade di guardie private al soldo. 

Oltre questa generale debacle, soprattutto all'interno dell'Impero d'Occidente era in essere un cambiamento sotto traccia in cui di fatto l'autorità religiosa rappresentata dal Papa e dai vescovi tendeva a sostituirsi gradualmente all'autorità rappresentata dal debole potere centrale dello stato. 

"Hypatia" di Charles William Mitchell (1885), Laing Art Gallery
Le funzioni dei vescovi nell'impero cristianizzato si espansero per colmare i vuoti lasciati dalla vecchia struttura amministrativa romana e si generò di conseguenza una notevole confusione di autorità nella gestione dei poteri. Non per nulla, se fossimo stati un contadino dell'epoca in Gallia, dunque in una delle province più romanizzate dell'impero, e avessimo voluto giustizia per due polli rubati, non ci saremmo recati dal prefetto ma dal vescovo o dal prelato di quella determinata regione. 

L'imperatore Teodosio, ultimo a regnare su un impero unificato dal 379 al 395, rese il Cristianesimo religione di stato, riconobbe il primato di Roma ed Alessandria in materia di teologia, con i suoi decreti bandì il paganesimo a fronte di pene terribili, ed entrò suo malgrado nelle vicende di Ipazia. Da allora l'Occidente romano andò verso il baratro. L'Oriente, al contrario, sfruttando anche un migliore equilibrio tra Stato e Chiesa in un periodo fervido di concili e dottrine e contando su risorse economiche maggiori, riuscì a sopravvivere e proliferare per secoli ancora. 

Alessandria d'Egitto, centro urbano facente parte dell'Impero Romano d'Oriente, fu investita come un ciclone dai decreti teodosiani nel 392, in un contesto in cui il vescovo Teofilo la faceva da padrone, li dove il culto pagano degli antichi era ancora vivo e vegeto negli ellenisti dediti, in gran numero, alla divinità sincretica Giove Serapide e all'antica dea Iside. Come se non bastasse, Alessandria brillava per il cosmopolitismo e contava una comunità ebrea tra le più numerose e commercialmente attive dell'oriente romano. I contrasti religiosi tra pagani e cristiani, sfociati in violenti scontri, fecero si che il Serapeo, con tutta la sua biblioteca, fu abbandonato e distrutto con il beneplacido di Teodosio. 

Ipazia, grande pensatrice neoplatonica, astronoma e matematica, era figlia del matematico Teone, colui che era a capo della Scuola di Alessandria. La ragazza aveva l'abitudine di diffondere il suo sapere ai quattro venti, rispettando un'ideale di assoluta divulgazione della cultura. In questo mi sento molto vicino a lei. 

Il filosofo Damascio ci racconta che Ipazia, di natura più nobile del padre, se ne andasse per Alessandria a spiegare pubblicamente a chi volesse ascoltarla, le teorie platoniche o di Aristotele o di chiunque altro filosofo le si chiedesse. La fama di Ipazia, in quel di Alessandria, era salita a livelli vertiginosi. 

Locandina del film "Agorà" (2009) di Alejandro Amenàbar
Scrive Socrate Scolastico che la nostra accedeva spesso al consiglio dei capi cittadini per dispensare consigli e non solo in campo filosofico ma anche politico ed amministrativo. La situazione precipitò con l'avvento di due nuovi personaggi sulla scena, da un lato Oreste, prefetto romano, cristiano, per nulla disponibile a vedere annullate o diminuite le sue prerogative di comando a favore di altre realtà. Dall'altro Cirillo, vescovo succeduto nel 412 a Teofilo, passato a miglior vita. 

Grazie all'appoggio incondizionato di Costantinopoli al patriarcato d'Alessandria (l'imperatore Teodosio II e la sorella Pulcheria erano due ferventi cristiani), Cirillo iniziò con Oreste una "guerra fredda" per assumere il pieno controllo della cosa pubblica. La cattura da parte di Oreste del maestro cristiano Ierace, accusato dalla comunità ebrea di portare scompiglio e seminare discordie, provocò scontri tra le due comunità e terminò con la dura reazione di Cirillo. 

Il santo uomo, in barba alle prerogative del prefetto, cacciò tutti gli ebrei da Alessandria confiscando beni ed averi con gran numero di morti e feriti. Il vescovo disponeva di una vera e propria milizia armata costituita dai monaci parabolani i quali attentarono anche alla vita dello stesso Oreste, rompendogli la testa con una sassata. In questo clima, come poteva essere sopportata dal vescovo la buona Ipazia che si incontrava spesso con il prefetto e che metteva bocca in faccende che non la riguardavano (fonte, Socrate Scolastico)? 

Poteva essere la stessa filosofa a consigliare ad Oreste, con le sue disquisizioni indipendentiste, di non far la pace con la Chiesa di Alessandria, di non trovare una conveniente alleanza con la stessa? A quel punto, riguardo Ipazia, cosa contava di più? Il suo essere "presunta" pagana o il ruolo di disturbo che ricopriva, suo malgrado forse, nell'antagonismo serrato tra i due poteri? 

Ipazia nel mese di marzo 415, venne sorpresa da un gruppo di cristiani (parabolani?) mentre se ne tornava a casa. Fu portata all'interno della Chiesa di Cesario in Alessandria, denudata e fatta a pezzi; i suoi resti bruciati. 

L'inchiesta governativa fu archiviata dopo essere transitata negli uffici di Elia Pulcheria, futura santa, il coinvolgimento nel brutale assassinio da parte di Cirillo, futuro santo e padre della Chiesa, non fu mai comprovato, secondo le fonti. 

Mi stavo dimenticando di Maggioriano, citato ad inizio articolo; 42 anni dopo l'uccisione di Ipazia, fu imperatore romano d'occidente, tre anni più tardi morì ammazzato per mano di Ricimero. Il suo governo fu teso, fin dall'inizio al ripristino del mondo degli antichi, della legge e del diritto romano a scapito del potere vescovile. 

Egli si fece promotore del rispetto per la memoria storica, per i monumenti e per le religioni di ogni dove. Sognava il ripristino dei confini di quello che fu tra i più grandi imperi della storia. I suoi contrasti maggiori furono con la pigra classe senatoriale italica alla quale affiancò la più attiva aristocrazia provinciale, con la Chiesa di Papa Leone Magno, con parte del suo entourage, tra cui il fido Ricimero; tutti vedevano in Maggioriano il restauratore di un mondo che andava a morire e che doveva morire. 

La sua fine, commovente sotto alcuni punti di vista al pari di quella di Ipazia, è quella di una vittima della Storia. 


Fonti e Bibliografia

Ipazia, 16 secoli di bugie - articolo dal sito www.giudiziouniversale.it

Michael Grant, "Gli Imperatori Romani", Newton Compton, 2012;

Ward Perkins Bryan, "La caduta di Roma e la fine della civiltà", Laterza, 2008.

domenica 17 febbraio 2013

Il vero (?) volto de “L’Origine del mondo”

“L’Origine del Mondo” è, forse, il quadro più censurato e discusso della Storia. Dipinto da Courbet (1819-1877)  nel 1866, scatenò un vero e proprio polverone, divenendo celebre in pochissimo tempo.

Il pittore, che non era nuovo a scandali di questo tipo, aveva preferito non rivelare il volto della modella per evitare ulteriori problemi.

L’identità di questa donna era destinata a rimanere segreta per sempre, ma la casuale scoperta di un collezionista inglese ha scompaginato tutto, rimettendo in discussione ciò che sembrava ormai definitivo. 

E’ stato il settimanale francese “Paris Match”, pochi giorni fa, a fare lo scoop, dedicando la storia di copertina alla vicenda. Tutto ha inizio con una pioggia battente che costringe un collezionista d’arte di cui, al momento, non si conosce il nome, a rifugiarsi nel negozio di un antiquario parigino. 

E’ l’inverno del 2010. Curiosando tra gli oggetti antichi questo signore trova un quadro che rappresenta un viso di donna e lo compra per 1400 euro. Ancora non sospetta nulla, ma inizia a fare delle ricerche per scoprire chi sia l’autore del dipinto, partendo da un dettaglio: la tela appare tagliata.

Quando la sua indagine lo porta a “L’Origine del Mondo” prova ad accostare la tela che ha comprato con una copia a grandezza naturale di questo celebre quadro. Le due opere, incredibilmente, sembrano combaciare

Di più: la modella del dipinto acquistato dal misterioso collezionista avrebbe un nome: Joanna Hiffernan. A dire il vero l’ipotesi riguardante la Hiffernan come modella del quadro era già stata avanzata in passato sulla base di studi fatti sulla vita e l’arte di Courbet.

A quanto pare, infatti, quando “L’Origine del Mondo” fu dipinto la “musa ispiratrice” del celebre pittore era proprio Joanna. Il mondo degli storici dell’arte si divide.

Per alcuni potrebbe davvero trattarsi del “volto” del quadro di Gustave Courbet, ma per altri è  solo una gigantesca bufala. Gli esperti interpellati non trovano un accordo. Il "Corriere della Sera" riporta il parere della direttrice del Museo Courbet a Ornnas, Frédérique Thomas-Maurin, che esprime scetticismo e non ritrova nel volto della modella i lineamenti della Hiffernan.

Non tutti, però, conoscono le peripezie affrontate da quest’opera nelle trame della Storia. Venne commissionata dal diplomatico ottomano, ambasciatore ad Atene, Khalil Bey, che possedeva una intera collezione di nudi tra i quali spiccava Le Bain Turc” di Ingres

Nel 1868 i quadri dell’ambasciatore vennero svenduti a causa di un dissesto finanziario e “L’Origine del Mondo” finì nelle collezioni di De La Narde e di Edmond De Goncourt per poi approdare in quella di Barnheim-Jeune

Nel 1913 viaggiò verso Budapest con il barone François de Hatvany. Con la guerra venne trafugato dall’Armata Rossa, ma il barone riuscì a ricomprarlo per poi rivenderlo, attraverso un’asta, all’ultimo possessore Jacques Lacan, che lo comprò per un milione e mezzo di franchi.

Oggi “L’Origine del Mondo”, famoso per il realismo e l’esplicito erotismo, si trova esposto al Museo d’Orsay

E la sua storia continua…

sabato 16 febbraio 2013

Intervista a "Talento nella Storia"

Con grande piacere pubblico qui l'intervista che ho rilasciato al sito "Talento nella Storia" (con il quale presto inizierò una collaborazione), riguardante i progetti dei miei blog, "La Mano di Fatima", "Divine Ribelli" e del mio sito dedicato ad Angelica la Marchesa degli Angeli. Grazie a Talento per l'interesse dimostrato nei confronti del mio lavoro :-)

sabato 9 febbraio 2013

“The Help” di Kathryn Stockett

Il vento della libertà inizia a soffiare

“The Help” non è solo un romanzo stupendo, scritto in modo perfetto ed accattivante, ma è anche la storia di un’epoca, di una parte importante del mondo occidentale, di una mentalità che, purtroppo, oggi non si può ancora considerare del tutto ed ovunque estinta.

Certo molte cose sono cambiate negli Stati Uniti come in Europa; i secoli di Storia, con le leggi, le marce per i diritti, il progresso, il raziocinio, l’apertura verso nuove culture, l’importanza crescente dei mezzi di comunicazione e del viaggio inteso come scoperta senza pregiudizi hanno contribuito enormemente allo sviluppo di un nuovo modo di vedere se stessi e gli altri, di vivere ed apprendere, ma molto c’è ancora da fare. 

Questo è uno dei messaggi contenuti nel commovente e realistico romanzo di Kathryn Stockett: dalla Storia e dagli esempi di uomini e donne coraggiosi si può imparare. Tutto è in divenire e nulla rimane com’è, ma bisogna avere forza di volontà ed impegnarsi con convinzione in ciò in cui si crede, anche quando sembra impossibile, magari assurdo.

Mississippi 1962. La segregazione razziale pesa come un macigno sulla società perbenista che continua a comportarsi come se i neri fossero ancora degli schiavi nelle piantagioni, esseri inferiori, portatori di malattie e promiscuità e dai quali bisogna stare alla larga, evitando qualunque contatto.

Skeeter è una giovane laureata che sogna di diventare scrittrice. L’ambiente soffocante in cui vive, però, non appartiene ai sognatori o agli idealisti e non è contemplata la possibilità che una donna possa desiderare altro dal matrimonio e da una perfetta quanto ipocrita vita borghese. Una laurea non fa la differenza, un buon partito si.

La vera realizzazione femminile può avvenire solo attraverso la famiglia, nei ruoli di moglie devota e madre. Nella sua cerchia di amiche Skeeter è l’unica a non aver ancora “compiuto il proprio dovere”. 

La ragazza si sente incompresa dagli stessi familiari e l’unica che potrebbe capirla, la sua tata Constantine, sembra svanita nel nulla. Tentando di scoprire cosa possa esserle accaduto, Skeeter si scontra con l’ostilità, il silenzio, l’ipocrisia e l’ottusità della gente che ritiene il colore della pelle una discriminante, forse anche una colpa.

La strada della protagonista si incrocia con quella di due donne di colore, domestiche in case signorili, di bianchi: la mite, onesta e saggia Aibileen, che porta nel cuore uno strazio che una madre non dovrebbe mai affrontare e la sfacciata ma generosa Minny, capace di opporsi alle ingiustizie con metodi poco ortodossi ma molto efficaci.

Unendo due mondi che sembrano lontani anni luce le tre donne compiono un gesto di libertà e di ribellione, pericoloso quanto doveroso, cambiando per sempre i loro destini. 

“The Help” è un romanzo sul coraggio, sulla libertà, sul senso del dovere, sulla giustizia che porta a combattere perfino la morale comune, l’opinione ancorata e cristallizzata, quasi incancrenita, con la tradizione e che nessuno oserebbe sfidare. 

E’ la storia di confini reali, morali ed esistenziali, obsoleti e dannosi, che per comodità o paura si continua a tramandare da una generazione all’altra, senza voler vedere l’onda del cambiamento, che tutto travolge e ricrea, come è giusto che sia. 

Kathryn Stockett racconta l’amicizia e la solidarietà femminili senza farsi trascinare nella facile retorica, con uno stile raffinato ed una punta di ironia che rende i personaggi e le situazioni realistici, completi, pieni di sfumature, a tutto tondo.

Il romanzo, benché ambientato a Jackson, negli anni Sessanta, è molto attuale per le tematiche affrontate, per il valore universale dei sentimenti trattati ed è una lezione su un passato che non si deve dimenticare e che certo non può dirsi “lontanissimo” né dal punto di vista cronologico né da quello culturale o geografico.

“The Help” non dice che i buoni stanno tutti da una parte e i cattivi dall’altra, né che il bene trionfa sempre, completamente. Spesso le cose sono più difficili, più sfumate di cosi.

Le vittorie o le sconfitte sono quelle che le persone affrontano ogni giorno e solo con il tempo si può dire se trionfo c’è stato, o disfatta e di quale portata. 

All’uomo spetta affrontare le prove della vita, sfidare con orgoglio, buon senso ed onestà intellettuale i pregiudizi, senza mai chinare la testa.


Dati del Libro


Titolo: The Help

Autore: Kathryn Stockett

Casa editrice: Mondadori

Pagine: 524

Anno: 2012

Prezzo: 18 euro








Trama

È l'estate del 1962 quando Eugenia "Skeeter" Phelan torna a vivere in famiglia a Jackson, in Mississippi, dopo aver frequentato l'università lontano da casa. Skeeter è molto diversa dalle sue amiche di un tempo, già sposate e perfettamente inserite in un modello di vita borghese, e sogna in segreto di diventare scrittrice. Aibileen è una domestica di colore. Saggia e materna, ha allevato amorevolmente uno dopo l'altro diciassette bambini bianchi, facendo le veci delle loro madri spesso assenti. Ma il destino è stato crudele con lei, portandole via il suo unico figlio. Minny è la sua migliore amica. Bassa, grassa, con un marito violento e una piccola tribù di figli, è con ogni probabilità la donna più sfacciata e insolente di tutto il Mississippi. Cuoca straordinaria, non sa però tenere a freno la lingua e viene licenziata di continuo. Sono gli anni in cui Bob Dylan inizia a testimoniare con le sue canzoni la protesta nascente, e il colore della pelle è ancora un ostacolo insormontabile. Nonostante ciò, Skeeter, Aibileen e Minny si ritrovano a lavorare segretamente a un progetto comune che le esporrà a gravi rischi. Il profondo Sud degli Stati Uniti fa da cornice a questa opera prima che ruota intorno ai sentimenti, all'amicizia e alla forza che può scaturire dal sostegno reciproco. Kathryn Stockett racconta personaggi a tutto tondo che fanno ridere, pensare e commuovere con la loro intelligenza, il loro coraggio e la loro capacità di uscire dagli schemi alla ricerca di un mondo migliore. 

L’Autore

Kathryn Stockett è nata e cresciuta a Jackson in Mississippi. Dopo la laurea in letteratura si è trasferita a New York, dove ha lavorato nove anni nell’editoria e nel marketing di periodici. Attualmente vive ad Atlanta con il marito e la figlia. “The Help”, pubblicato originariamente da Mondadori nel 2009 con il titolo “L’Aiuto”, è il suo primo romanzo.













L’Approfondimento
  
  • Per “The Help” Kathryn Stockett si è ispirata anche ad un saggio “Telling Memories among Southern Women” di Susan Tucker (Louisiana State University Press, 2002) che analizza il rapporto tra le domestiche di colore ed i loro padroni bianchi attraverso storie e racconti.
  • Per saperne di più si può visitare il sito di Kathryn Stockett e la pagina facebook dell’autrice. 
  • “The Help” è diventato un film di successo con la regia di Tate Taylor e l’interpretazione delle bravissime Emma Stone, Viola Davis e Octavia Spencer (qui la sua pagina facebook riguardante "The Help"). Tra i numerosi premi vinti, l’Oscar ad Octavia Spencer come miglior attrice non protagonista.
  •  Il libro è stato per oltre cento settimane al primo posto nella classifica del New York Times, tradotto in quaranta lingue, letto da più di dieci milioni di persone, diventando un classico moderno.
  •  Il tema della segregazione razziale e dei diritti civili negli Stati Uniti è stato trattato moltissime volte, attraverso film, saggi, romanzi e documentari. Tra i più importanti (senza pretesa di completezza) si possono ricordare: “Il Momento di Uccidere”, thriller di John Grisham, edito da Mondadori, ambientato in Mississippi, coinvolgente e crudo, in cui il confine tra Legge, giustizia e vendetta è molto labile. “Il Buio oltre la Siepe” (Feltrinelli) toccante romanzo sul razzismo da cui è stato tratto un bellissimo film con Gregory Peck. 
  • Tornando ancora più indietro nel tempo, all’epoca delle piantagioni, degli schiavi neri e della guerra civile, si devono citare il celebre romanzo di Alex Haley, “Radici” ed il suo seguito “Queen”, una struggente saga familiare che inizia in Africa nel Settecento. L’intramontabile “Via Col Vento” (libro e film) di Margaret Mitchell (Mondadori), il seguito “Rossella” di Alexandra Ripley (Piemme) e “Il mondo di Rhett”(Piemme) di Donald McCaig.  
  • Tra le autobiografie merita menzione “I have a dream” di Martin Luther King (Mondadori). 
  • Il tema è stato affrontato dal blog "Divine Ribelli" (ma lo sarà di nuovo prossimamente) con l’articolo su Rosa Parks.