mercoledì 12 dicembre 2012

Matriarcato. Quando il mondo apparteneva alle donne

Un mondo governato dalle donne, in cui gli uomini hanno un ruolo subordinato o addirittura marginale. Un totale rovesciamento di prospettiva rispetto a ciò a cui siamo abituati. Per molti questo è il matriarcato; un’età lontana, dimenticata, insabbiata in cui la suddivisione dei ruoli tra i due sessi era molto diversa da ciò che accade nel nostro mondo moderno.

Cos’è davvero il matriarcato? E’ mai esistita una società retta dalle donne? Come era strutturata? Quali sono le teorie degli studiosi in merito? In che modo l’Arte ha interpretato il matriarcato?

Queste sono solo alcune delle domande che questa sezione vuole portare in superficie tentando, se non di dare una risposta certa, almeno di approfondire questo tema. Di sicuro non si può iniziare senza cercare di definire il matriarcato: un tipo di società, di governo amministrato dalla “madre” o “matriarca”, ossia la donna più anziana della comunità. 

Di riflesso rispetto al suo potere, ogni donna occupa un posto privilegiato in tali società. Secondo le teorie di studiosi come Bachofen il matriarcato risalirebbe addirittura al neolitico e la suddivisione dei compiti tra uomini e donne sarebbe stata molto rigorosa: ai primi la caccia, alle seconde l’organizzazione e l’amministrazione della comunità.

Perché questo prestigio legato alla figura femminile? A quanto pare la capacità di procreare avrebbe reso la donna una sorta di “creatura eccezionale”, in quanto capace di dare la vita. Questo prima che si scoprisse il ruolo maschile nella procreazione. 

Tra il 1914 ed il 1918 Malinowski studiò i popoli aborigeni delle Isole Trobriand (Melanesia), deducendo che la loro società fosse non solo matriarcale, ma anche matrilineare. Questa differenza è importante: infatti si definisce matrilineare l’asse ereditario che segue la via materna, al contrario di quello patrilineare. 

Grazie alle sue ricerche Malinowski arrivò a sostenere (benché non fosse stato il primo a farlo), che il matriarcato si diffuse prevalentemente nelle società tribali. Le teorie di questi due ricercatori non sono condivise da tutta la comunità scientifica e ancora oggi il dibattito è aperto ed in costante evoluzione. 

Per molti la prova del matriarcato sarebbero le Veneri preistoriche, statuette che raffigurano, enfatizzandoli, i tratti fisici femminili. Di fatto, però, non c’è un accordo unanime nel considerarle oggetti religiosi, fulcro di un culto vero e proprio.

Non solo: l’esistenza di queste statuette non sarebbe ricollegabile, al di là di ogni ragionevole dubbio, all’esistenza di una comunità amministrata dalle donne sotto il profilo economico ed amministrativo. 

La presenza di culti dedicati ad antiche dee come Cibele ed Ecate, la cui importanza e le cui caratteristiche si sono trasformate nel tempo, sembrerebbe avvalorare la tesi della Dea Madre originaria, la Terra da cui nascono i frutti che permettono la sopravvivenza umana. 

 Il dibattito sul matriarcato non è stato privo di risvolti polemici ed ideologici, contribuendo ad infittire il manto di nebbia che da sempre accompagna tale argomento. Questa sezione si propone di affrontare la materia nel modo più rigoroso possibile, segnalando i dibattiti che non appartengono alla sfera propriamente scientifica.

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